Finalmente un po' di relax

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    REY SHINY

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    Era sera, o per meglio dire, pomeriggio dove però il sole era praticamente già tramontato. Erano le 17 e il rumore chiassoso della sala grande era davvero fastidioso per Rey che era andata li soltanto per bere del te e leggere il suo libro di difesa contro le arti oscure.

    «E smettetela di disturbarmi, per Diamine!»

    Commentò scocciata, notando poi che i compagni non le avevano prestato ascolto. Era sempre così, tutti quanti non facevano altro che perdere tempo con inutili attività e non imparare cose nuove, non esercitarsi, e poi si lamentavano dei voti bassi che prendevano a scuola. Beh, Rey faceva schifo in erbologia per esempio, ma per lo meno non se ne lamentava, non si esercitava molto e le faceva spesso schifo, perciò andava male, ma non piagnuccolava come spesso facevano loro prima di un esame, si metteva a studiare per quanto poteva festeggiando se prendeva un 'Accettabile'.
    Così Rey uscì dalla sala grande, prendendo la sua sciarpetta di serpeverde e dirigendosi all'esterno del castello.
    Il cielo era praticamente già buio, essendo inverno il sole tramontava presto e già alle 17 era quasi totalmente calato.
    Il relax che le potevano dare gli esterni del castello a quell'ora era davvero bellissimo, poteva sentire i suoni della natura, la brezza tra i capelli, e sicuramente avrebbe letto più volentieri il libro, e sicuramente con più facilità rispetto a quando si trovava in sala grande.
    Rey camminò fino al limitare della foresta proibita, non dentro, ma davanti all'entrata. Trovava quel posto tanto pericoloso quanto interessante davvero piacevole da guardare nei suoi momenti di relax solitario incentrato a leggere qualche libro, ed era proprio questo ciò che faceva in quel momento, leggere.
    Aveva con se il libro, la sciarpetta che le avvolgeva il collo e la divisa scolastica che svolazzava ad ogni passo, Rey faceva avanti e indietro con il suo libro leggendo di più su ciò che vi era scritto. Il libro parlava dei dissennatori, un tema decisamente affascinante per la serpeverde che avrebbe letto ancora per molto. Faceva avanti e indietro, lasciando che la brezza fredda le colpisse le gambe facendole gelare, infatti non indossava neppure le calze e le sue gambe ad ogni folata di vento si facevano sempre più fredde e avvolte da brividi.
    Continuava così a camminare, lasciando fluire i suoi pensieri,
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    Nathalija Elle Rosencrantz - Serpeverde - VII anno

    Quale momento migliore per sorpassare l'arco di pietra esterno, evitare lo sguardo assassino del guardiacaccia e infilarsi nelle tasche le così tanto rare e delicate campanule ridens? Era quello il periodo perfetto per raccoglierle: gennaio, temperatura sotto zero di notte, pochi gradi di giorno, sole diretto proprio sul versante destro, neve che andava e veniva. E soprattutto ghiaccio, tanto ghiaccio.
    Ad Anastasya l'inverno piaceva fino ad un certo punto, non lo amava e nemmeno detestava. Era russa per diamine, non avrebbe potuto odiare la neve visto che Mosca e Ekaterinburg erano praticamente coperte da fine ottobre a febbraio inoltrato.
    Le mani erano nascoste nella felpa scura, il cappuccio calato in testa - non di certo per passare in osservata, serviva soltanto a scaldare le orecchie - giubbino verdone abbottonato fin sotto il collo e sciarpa spessa fino a coprirle la bocca.
    I suoi occhi grigi astri puntavano il paesaggio di qua e di là per verificare vi fossero presenze umane. Andava bene persino uno streeler ma non un professore o il guardiano a intralciare i suoi piani.
    Non era vietata la raccolta delle campanule però non era nemmeno consentita la collezione di ingredienti magici senza consenso perché avrebbe scaturito inevitabilmente domande e perquisizioni. Di certo non avrebbe potuto affibiare alla sua strampalata e ingenua coinquilina la responsabilità di una collezione coi fiocchi:insomma Ana aveva un talento per l'alchimia e andava matta per gli ingredienti di primissima qualità. Avrebbe essiccato quella pianticella nel suo armadio e poi l'avrebbe tenuta da parte per qualche tipo di scopo non ancora definito. Non valevano tanti galeoni, forse qualche falce. Non era arricchirsi in moneta che desiderava, la Serpeverde aveva tutt'altro in mente.
    Camminò lungo la discesa di pietra e poi sul manto erboso tenendosi lontano dalla capanna del guardiano. Non udi alcun rumore comunque, forse non era nemmeno in casa quello.
    Al limitare della foresta si guardò intorno e poi estrasse un coltellino, muovendo un paio di volte con un tic, la lama.. Il sole era già scomparso, al suo posto un cielo grigiastro aveva preso posto. Era di un colore che avrebbe ammirato volentieri se avesse avuto più tempo, ma visto che usare un lumos era decisamente rischioso di lì a poco, doveva raccogliere quanti più fiori poteva prima di non vederci più.
    Si accovacciò e spostò della neve, si morse il labbro poiché la motta non aveva rivelato alcun bulbo o pianta. Si spostò più in là con un movimento goffo e basso, un po' come il passo di un granchio.
    Una piccola motta rivelò uno stelo finissimo e un fiore non ancora sbocciato. Anastasya lo falciò verso il terreno e lo posò in una piccola saccoccia che aveva portato con sé, evitando di schiacciarlo. Continuò la sua ricerca per qualche minuto finché non udí uno scricchiolio di ramoscelli.
    Ogni rumore era amplificato a causa del silenzio di quella zona e perché col freddo l'erba e altre particelle del suolo erano ghiacciate. Spesso non riuscivano nemmeno a scongelarsi col sole di gennaio.
    Alzò lo sguardo e riconobbe la toga della sua casa e Sbuffò notando un sacco impronte sul suolo candido.
    Fermati subito sentenziò alzando la voce affinché la ragazza la udisse, non così tanto da attirare l'attenzione di qualcuno, qualora fosse stato dei pressi.
    Stai rovinando le campanule si levò in piedi e Camminò verso di lei con lo sguardo tirato in una smorfia di dissenso.
    Che cazzo studi camminando?
    Pensò mentre la squadrava è la riconosceva. Che ne sa questa di erbologia.Le campanule si possono trovare solo a gennaio, leva le ancore pivella con questi pensieri Sbuffò sonoramente.
    corsivo= pensato
    ps. Anastasya è il nome con cui è registrata all'anagrafe russa ma a scuola è conosciuta con nome di Nathalija Rosencrantz, datogli dai tutori


     
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    Rey camminava avanti e indietro premendo con la scarpa sul terreno decisamente colmo di neve.
    Il suono della neve schiacciata era un totale relax per Rey cbe la aiutava a calmarsi e concentrarsi. Il freddo era comunque tanto e la sciarpetta e la divisa scolastica la aiutavano, anche se comunque Rey adorava il freddo e se provava quella sensazione era per lei una cosa positiva.
    Inizialmente non si rese conto dei passi della ragazza intorno a lei, immersa nella lettura del libro che aveva tra le mani.
    Un dissennatore era in grado di portare via ogni felicità dalla persona e perfino portando via l'anima, creando un fantoccio di se stesso. Era terribile, ma allo stesso tempo emozionante.
    Rey si perse in quel pensiero, immaginando cosa poteva procare una loro vittima in ogni istante fino al momento in cui si ritrovavano senza l'anima.
    Tortura... era una tortura, e questa consapevolezza la fece tremare di emozione riuscendo a scaldarsi completamente.
    Chiuse gli occhi per un attimo, assaporando quello che la mente di Rey generava, l'immagine di un ragazzo completamente bloccato tra le grinfie di un dissennatore, prima disperato, poi arreso, mentre veniva travolto da quella tortura.
    Il cuore di Rey batteva sempre più forte, il fiato le si mozzava, immaginandolo molto nitidamente.
    I dissennatori portavano freddo, e li c'era molto freddo che sicuramente la aiutava nell'immaginare quella scena.
    Nel mezzo di quella fantasia mozzafiato, mentre il cuore palpitava gioioso e il fiato mozzato le faceva perdere la cognizione del tempo, sentì una frase che la riportò alla realtà trascinandola così bruscamente da strapparle in un certo senso l'anima, strappare il cuore.
    Era visibilmente spaesata, alzando gli occhi dal libro e osservando la serpeverde che le aveva parlato.

    «Fermati subito»

    A quel punto, pensando potesse esserci qualcosa di pericoloso, Rey si fermò smettendo di camminare e continuando a fissare la compagna.

    «Stai rovinando le campanule»

    E che diamine erano le campanule?
    Rey rimase qualche secondo ferma, chiedendosi prima a mente cosa potevano essere, e poi chiedendolo.
    Inizialmente pensava ad un disegno sul terreno che stava rovinando calpestando la neve su cui era disegnato

    «Cosa sono le campanule?»

    Chiese successivamente Rey con espressione curiosa e un poco confusa, il vizio di studiare solo gli argomenti di suo interesse, ora come ora, era più evidente che mai.
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    Stolta pensò Ana assottigliando le palpebre mentre la guardava. Non era arrabbiata ma le dava un enorme fastidio l'ignoranza altrui. Soprattutto se recava danno a qualcosa che le serviva od ostacolava qualcosa in atto.
    La stramba - e non era l'unica entro quel castello - se ne stava attonita a fissarla come se non l'avesse mai vista prima di quel momento. Condividevano lo stesso tavolo per i pasti e la stessa sala comune; era assai curiosa la faccia della mora.
    Anastasya fece un altro passo verso di lei per capire se era collegata al mondo terreno. Avvicinatosi strinse ancora più gli occhi e poi di scatto li ampliò.
    Studiassi lo sapresti.
    La rossa non tollerava molto che nella sua casa vi fosse della gente disinteressata fino a quel punto. Le campanule facevamo parte degli argomenti teorici del secondo anno, nonostante sua madre non le avesse mai fatte usare a lezione, non era una scusa per non aver lontanamente sentito il loro nome.
    Si trattava di piccoli fiori con lo stelo ricurvo, petali lilla e bocciolo giallo sole.
    Già che é così, spostati proprio, magari leggitelo il capitolo sulle campanule. Invece di perdere tempo dietro a quella robaccia! [COLOR=#66FF00]
    La superò borbottando qualcosa in lingua russa.
    [COLOR=#66FF00]Ты стоишь у меня на пути.

    Si chinò qualche metro più in là dove una piccola montagna di neve alta qualche centimetro poteva nascondere un fiore di suo interesse.

    Ты стоишь у меня на пути=un arrogante 'mi stai intralciando - sei in mezzo alle palle'

     
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    «Studiassi lo sapresti»

    Rey rimase un'attimo confusa nel sentire quelle parole. La mente delle persone era limitata, come anche l'attenzione che poteva dedicare a ciascun argomento. Rey sapeva che una persona fisicamente non poteva prestare attenzione ad ogni cosa e inevitabilmente si limitava o ad avere una conoscenza superficiale su ogni campo, o una conoscenza avanzata su un ambito specifico.
    I duelli, le arti oscure e la difesa contro di esse era il campo scelto da Rey, perciò era facile che nozioni apprese tempo prima venissero completamente rimosse finchè qualcuno non le rievocava.
    Dedusse di conseguenza, essendo che Rey era solita studiare molto, che l'argomento doveva riguardare o erbologia o le creature magiche, cosa in cui Rey era poco ferrata (eccetto i dissennatori, che le suscitavano a dir poco interesse).

    «Invece di perdere tempo dietro a quella robaccia!»

    Da quella frase dedusse che probabilmente l'ignoranza di cui accusava Rey l'aveva anche lei, solo su un campo differente, e che come Rey non trovava interessante il campo scelto dall'altra persona. Ma per qualche strano motivo, quella ragazza pensava che le opinioni e gusti personali erano dormi oggettivi.
    Rey di rimando scrollò le spalle con evidente disinteresse

    «Esistono i gusti personali, studia nel vocabolario cosa sono»

    Rispose con un sorriso finale Rey, lasciandola passare e tornando a leggere nel libro.
    Quella ragazza era davvero strana, molti studenti di serpeverde avevano lo stesso vizio, credendo alla fine che i pareri soggettivi, se erano i loro, diventavano oggettivi, il che nella mente di Rey li trasformava in fallimentari e sciocchi.
    Per carità, Rey non perdeva tempo su materie non interessanti oltre al minimo richiesto per passare l'anno scolastico.
    Rey alzò poi lo sguardo dal libro, notando la ragazza chinata a terra ad osservare un fiore, e non appena lo vide si ricordò dell'argomento studiato tanto tempo prima in erbologia.

    «Ah ecco quelle sono le campanule»

    Disse Rey, per poi tornare sul libro e continuare a parlare con una risatina

    «Pff, che mi frega di quella robaccia»

    Continuò poi, a bassa voce, tormando a guardare il suo libro.
    Sapeva che erano gusti personali, infatti l'ultima frasetta l'aveva detta più per ridacchiare tra se e se e prenderla in giro, o forse voleva essere ascoltata per provocarla? Tornò quindi subito dopo a leggere il libro, rimanendo ferma sul terreno colmo di neve.
    I dissennatori avevano un mantello nero, un aspetto decisamente simile ad uno scheletro ricoperto di quel mantello, a Rey visivamente ricordava la morte.
    E disse che bisognava usare l'incanto patronus per contrastarli, incanto che Rey conosceva già da qualche tempo.
    Chissà se le emozioni che Rey provava nell'immaginare qualcuno tra le grinfie di un dissennatore potevano servire per evocare un patronus e proteggersi da essi, questo era ciò a cui pensava in quel momento, ci avrebbe voluto provare, un giorno.
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4 replies since 9/1/2024, 06:47   84 views
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