Belladonna

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  1. Rehan Malik
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    Rehan MalikStranger Things

    Superior
    20 anni
    Chiarotangente
    Triturare un Bezoar e usarne le polveri come ingrediente avrebbe rappresentato un'eresia nell'ambito della pozionistica laddove non fosse stato estremamente necessario farlo, data soprattutto la scarsa reperibilità di un ingrediente che sarebbe valsa la salvezza da qualunque veleno. Conscio di questo, nel leggere la ricetta di una Pozione che andava oltre qualsivoglia percezione, Rehan si ritrovò a dover affrontare una nuova sfida, processo che, a dire il vero, non lo turbava affatto: tale branca della magia lo affascinava proprio per l'improbabilità che la caratterizzava, la precisione al dettaglio che tuttavia si barcamenava tra l'attenta esecuzione di ogni passaggio, persino di quelli che apparentemente risultavano insignificanti, e il tentativo di personalizzare qualcosa di estremamente inadeguato di fronte al desiderio del pozionista in questione e osare, rischiare e fallire faceva parte di un simile mestiere, così come accettare l'eventualità - piuttosto probabile, in particolar modo nel suo caso - di subire il probabile insuccesso.
    Rehan non era mai stato il migliore della classe, soprattutto in tale disciplina. Ma era da sempre un ragazzo a cui rischiare non aveva mai fatto paura e, mosso dall'intenzione di riuscire lì dove molti avevano paura anche solo di tentare, si ritrovò a triturare i fagioli salterini recuperati in un bizzarro bazar, in attesa che l'acqua tinta di asfodelo bollisse. Si interruppe unicamente per recuperare la bacchetta con la mano destra, riducendo la fiamma per consentire una cottura a fuoco lento. Non aveva pazienza, il Malik, un enorme difetto in chi ambiva a divenire un abile pozionista. A essere del tutto onesti, però, non era quello il suo più grande proposito: vi erano due strade a cui il ragazzo mirava per il proprio futuro, ovvero l'obliviatore e lo spezzaincantesimi. Nessuna delle due carriere sarebbe stata semplice da raggiungere, eppure, come già accennato, le sfide non lo avevano mai terrorizzato.
    Le polveri che si librarono nell'aria che il Grifondoro era intento a respirare gli irritarono gli occhi e i polmoni. Rehan tossì e si strofinò le palpebre affinché il lieve strato di lacrime che gli appannava la vista si diradasse, convincendolo a cercare a tentoni il lavello per sciacquarsi il volto, riprendendo a respirare aria relativamente pulita e poggiando entrambi i gomiti sul bordo e lasciando cedere il capo in avanti, domandandosi il perché avesse scelto di mettersi alla prova con una delle discipline più complesse del mondo della magia, pur conscio che non rientrasse in nessuna delle proprie aspirazioni.
    La risposta tuttavia gli giunse chiara e perfettamente decifrabile in mente: la noia lo stava lentamente e inesorabilmente divorando. Impossibilitato a lasciare che la routine lo rendesse soggetto passivo di una vita che tendeva a consumare chiunque si lasciasse andare a lei e all'inevitabile, il ragazzo si costringeva a fare qualunque cosa fosse in grado di impedirgli di giungere a una simile condizione, a costo di finire a torturarsi gli occhi arrossati da ingredienti da cui avrebbe dovuto probabilmente stare lontano.
    “Maledizione” commentò nel bel mezzo di un'imprecazione e l'altra, lasciandosi cullare dal silenzio interrotto unicamente dal flebile rumore delle fiamme e dal lento ribollire del contenuto del calderone. Quel pomeriggio avrebbe avuto un allenamento di Quidditch e l'idea di saltarlo per quella bravata non lo rendeva particolarmente predisposto al buon umore, tanto da spingersi a pentirsi dell'intenzione che lo aveva spinto fra le mura del sotterraneo. Aveva sempre detestato quell'ambiente, così freddo e umido da adattarsi ai figli di Salazar, di cui il serpente era il degno rappresentante, e meno adeguato a chi aveva il fuoco ad ardere nel cuore di un leone.
    Tornò nei dintorni del calderone per versare il risultato del lavoro precedente, mani e volto bagnati, lasciando che la bacchetta decretasse il movimento del mestolo e l'alimentazione della fiamma. Fuoco basso, minuti che scorrevano lentamente e occhi puntati alla lancetta dell'orologio, in attesa di procedere con il prossimo ingrediente atto a ottenere una pozione che limitasse le visioni che di recente sembravano intenzionate e tormentarlo persino di notte.


     
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